Cosa fa?
L’ecosistema di sensori Foremyc monitora suolo, microclima e salute degli alberi, rilevando in tempo reale insetti invasivi. I dati raccolti alimentano un gemello digitale che supporta una gestione forestale predittiva e resiliente.
La tua ispirazione
Tutto è iniziato dopo la tempesta Vaia, che ha devastato le nostre montagne. Vedere intere foreste abbattute ci ha fatto toccare con mano la fragilità degli ecosistemi alpini. Da sempre legati alla natura, abbiamo parlato con tecnici forestali e capito quanto siano complesse le sfide che affrontano, dalla siccità agli insetti invasivi, spesso senza strumenti adeguati. È lì che abbiamo visto il vuoto: le foreste cambiano velocemente, ma i metodi per monitorarle sono rimasti indietro. Da qui l’idea di creare qualcosa di semplice, concreto e utile, che fornisse dati affidabili a chi ogni giorno lavora per proteggere questi ambienti.
Come funziona?
Il nostro sistema integra sensori che lavorano in sinergia. TERRAE, posizionato alla base degli alberi, misura umidità del suolo, temperatura e luce solare. È collegato a ABES, una trappola che rileva la presenza di coleotteri con un sensore ottico. FOMES, fissato al tronco, monitora crescita e movimento dell’albero, rilevando anche variazioni minime. Tutti i dati vengono inviati a GIBBA, un modulo che li trasferisce nel cloud tramite rete LoRaWAN. Le informazioni raccolte sono visibili su una dashboard intuitiva, pensata per aiutare i tecnici a seguire l’andamento della foresta, albero per albero. L’obiettivo è costruire un gemello digitale della foresta: un modello in continuo aggiornamento che ne rispecchia lo stato giorno per giorno. Più dati raccogliamo, più il gemello diventa preciso, permettendo di individuare i rischi in anticipo e di prendere decisioni più efficaci, puntuali e basate su dati reali.
Processo di progettazione
L’idea ha preso forma dopo aver trascorso del tempo nei boschi e aver parlato con i tecnici forestali del posto. Ci siamo resi conto che affrontano sfide complesse (come siccità e diffusione di insetti invasivi) senza strumenti digitali adatti. Abbiamo iniziato a immaginare un sistema che potesse resistere alle condizioni alpine senza bisogno di manutenzione continua. I primi prototipi erano molto semplici: sensori Arduino, scocche stampate in 3D e tante soluzioni improvvisate. I test iniziali hanno restituito alcuni dati utili, ma anche diversi problemi: infiltrazioni d’acqua, batterie che si scaricavano troppo in fretta, connessioni LoRaWAN deboli. Abbiamo fatto numerose prove per migliorare la forma delle trappole, la tenuta delle scocche e la comunicazione tra i moduli. Alcuni tentativi non hanno funzionato, soprattutto nelle zone più fitte del bosco, ma ogni errore ci ha insegnato qualcosa. Non abbiamo lavorato da soli: i tecnici forestali ci hanno affiancato fin dall’inizio, testando con noi e aiutandoci a capire davvero cosa poteva servire sul campo.
In che modo è differente?
Ciò che rende il nostro sistema unico è la combinazione tra semplicità d’uso e una visione completa del contesto forestale. Gli strumenti attuali per il monitoraggio sono spesso troppo complessi, pensati solo per la ricerca, oppure estremamente basici e manuali. Abbiamo visto un vuoto: il nostro sistema non si concentra su un solo parametro, ma mette in relazione dati da suolo, aria, alberi e insetti, restituendo una visione più ampia e utile. Allo stesso tempo, abbiamo reso l’output facile da leggere, ispirandoci alla chiarezza degli strumenti agricoli. I prodotti sul mercato per il trappolaggio o la misura in ambito forestale sono spesso poco tecnologici e richiedono molto lavoro manuale, senza dati in tempo reale né storico utile. La nostra soluzione automatizza la raccolta, la organizza e la rende davvero fruibile per i tecnici, aiutandoli a intervenire prima e a comprendere meglio l’evoluzione del bosco.
Progetti per il futuro
I prossimi passi puntano a rendere l’hardware più stabile e adatto all’uso prolungato all’aperto. Vogliamo sviluppare una dashboard semplice e accessibile, dove i dati raccolti possano essere consultati da tecnici, consorzi, aziende e cittadini. L’obiettivo è trasformare queste informazioni in uno strumento concreto per chi lavora sul territorio, ma anche per coinvolgere nuove persone. Vogliamo riportare attenzione sulle foreste, non solo come ecosistemi, ma come luoghi vivi, portatori di identità, cultura e tradizioni da conoscere, valorizzare e proteggere nel tempo.
Collega